Due anni in uno

Costretto nel 2020 dalla pandemia a interrompere la consueta rassegna annuale dedicata al cinema italiano anno per anno, l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, con la collaborazione del Museo Nazionale del Cinema, la recupera, congiungendo in un unico percorso il 1970 e il 1971: Due anni in uno.
Due anni che introducono un decennio, caratterizzato da una confusa dimensione conflittuale che troverà il suo acme, in un ultimo rigurgito di ribellione, nel ‘77, prima di approdare all’ordine in qualche modo restaurato degli anni ‘80. Il cinema, in decisa crisi produttiva e anche di contenuti e di forme, stretto dall’ incalzare della televisione, dalle istanze di un mondo giovanile alla ricerca di nuovi riti e modi di aggregazione, si avvia verso una profonda trasformazione.
I cataloghi, quello del 1970, già pubblicato e quello del 1971, in preparazione, ci permetteranno di approfondire, film per film, la conoscenza della cinematografia italiana di quegli anni.
Programma:
- Mercoledì 15 dicembre | Via Giuseppe Verdi 18, Cinema Massimo Torino
Ore 16.00: Il conformista, di Bernardo Bertolucci, 1970 - Giovedì 16 dicembre | Via Giuseppe Verdi 18, Cinema Massimo Torino
ore 16.00: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, di Elio Petri, 1970
ore 18.30: I recuperanti, di Ermanno Olmi, 1970 - Sabato 18 dicembre | Via Giuseppe Verdi 18, Cinema Massimo Torino
ore 16.00: Per grazia ricevuta, di Nino Manfredi, 1971
ore 18.30: In nome del popolo italiano, di Dino Risi, 1971 - Domenica 19 dicembre | Via Giuseppe Verdi 18, Cinema Massimo Torino
16.00: Morte a Venezia, di L. Visconti, 1971
18.30: Decameron, di Pier Paolo Pasolini, 1971
21.00: L’istruttoria è chiusa: dimentichi di Damiano Damiani, 1971 - Lunedì 20 dicembre | Via Giuseppe Verdi 18, Cinema Massimo Torino
15.00: I recuperanti, di Ermanno Olmi, replica
18.30: Per grazia ricevuta, di Nino Manfredi, replica
21.00: Presentazione di DUE ANNI IN UNO, con Franco Prono, Paola Olivetti, Matteo Pollone
segue: Il conformista, di Bernardo Bertolucci, replica - Martedì 21 dicembre | Via Giuseppe Verdi 18, Cinema Massimo Torino
16.00: In nome del popolo italiano, di Dino Risi, replica
18.30: Morte a Venezia, di L. Visconti, replica
21.00: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, di Elio Petri, replica - Mercoledì 22 dicembre | Via Giuseppe Verdi 18, Cinema Massimo Torino
16.00: L’istruttoria è chiusa: dimentichi di Damiano Damiani, replica
21.00: Decameron, di Pier Paolo Pasolini, replica
Sinossi dei film in programma:
- Il conformista (Italia, Francia, Germania Ovest 1970, 112’) di Bernardo Bertolucci
Marcello Clerici, giovane spia della polizia politica fascista, si reca sotto copertura in viaggio di nozze a Parigi. La sua vera missione è eliminare il suo ex professore, convinto dissidente antifascista. L’inaspettata conoscenza della moglie della vittima porta Clerici ad una profonda crisi politico-emotiva. Tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia. - Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Italia 1970, 112’) di Elio Petri
Il giorno stesso in cui assume il comando della Sezione Politica della polizia, il “Dottore” uccide la propria amante, rea di tradirlo con un giovane studente anarchico. Convinto di essere al di sopra dell’ordine costituito, l’uomo comincia a giocare con i sottoposti disseminando prove a suo carico nella speranza di essere tremendamente punito. Vincitore del premio Oscar come miglior film straniero. - I recuperanti (Italia 1970, 96’) di Ermanno Olmi
Reduce dalla campagna in Russia, il giovane Gianni ritorna nel natio altopiano di Asiago in cerca di un lavoro. Senza riuscire a trovare alcunché, decide di seguire il consiglio del vecchio Du e si mette a fare il “recuperante” di ordigni bellici inesplosi. Amara metafora della guerra, il film è stato scritto da Olmi assieme allo scrittore Mario Rigoni Stern e al critico Tullio Kezich. - Per grazia ricevuta (Italia 1971, 122′) di Nino Manfredi
Benedetto Parisi è cresciuto con una forte educazione cattolica che lo ha portato ad identificare il sesso con il peccato. Diventato uomo si trova, quindi, a vivere con profonda crisi ogni contatto con individui femminili. Solo la conoscenza con un farmacista libero pensatore sembra poterlo aiutare a risolvere questa importante dicotomia. Opera prima di Nino Manfredi, il film, scritto con Luigi Magni, contiene numerosi riferimenti all’infanzia dell’attore romano. - In nome del popolo italiano (Italia 1971, 99′) di Dino Risi
Un giudice integerrimo, a seguito di alcune indagini sulla morte di una prostituta di alto bordo, arriva a conoscere importanti verità sul corrotto mondo della finanza e dell’industria. In pieno periodo di proteste, Risi costruisce un’importante spaccato sociale ed ideologico dell’Italia che, profeticamente, sembra quasi anticipare la futura Tangentopoli. - Morte a Venezia (Italia, Francia, USA 1971, 130′) di Luchino Visconti
Gustav Von Aschenbach, musicista tedesco di mezza età, si trova in viaggio a Venezia a ridosso di un’epidemia di colera. Qui fa la conoscenza di Tadzio, un adolescente appartenente ad un’aristocratica famiglia polacca. Il giovane sembra incarnare l’ideale estetico e romantico dell’uomo che, completamente infatuato, non riuscirà più a ripartire dalla città veneta. Tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Mann, è il secondo capitolo della cosiddetta “trilogia tedesca” di Visconti. - Decameron (Italia, Francia, Germania Ovest 1971, 110′) di Pier Paolo Pasolini
Nove tra le novelle del Decameron di Boccaccio vengono trasposte da Pasolini in ambiente napoletano. Incentrato sul tema dell’amore, da quello carnale a quello più sentimentale, il film è il primo capitolo della “trilogia della vita” che comprende I racconti di Canterbury e Il fiore delle mille e una notte. Orso d’argento al Festival di Berlino. - L’istruttoria è chiusa: dimentichi (Italia 1971, 106′) di Damiano Damiani
L’architetto Vanzi, in attesa di giudizio, viene messo in carcere con l’accusa di omicidio colposo. Imparerà a conoscere le complesse dinamiche del carcere fatte di guardie violente, fazioni interne tra carcerati e malavita organizzata. Dalla sua scelta di collaborare o no a quel sistema dipenderà la sua sopravvivenza. Tratto dal romanzo Tante sbarre di Leros Pittoni.